INDIETROAVANTI INVERIGO (CO) IL CASTELLO VISTO DAL GIGANTE Cominciai a ritrarre il paesaggio di Inverigo fin da adolescente, a circa 16 anni esponevo già i miei quadri al bar della stazione, così capitava di venderli ai milanesi che al sabato o alla domenica, con il treno venivano ad Inverigo. Dopo il militare la mia pittura cominciò a mutare, fare il soldato mi aveva cambiato dentro, la divisa, gli ordini senza potere di replica, giocare a fare la guerra non facevano per me, poi mi sposai, vi fu una breve pausa, quando ricominciai a dipingere lo feci con maggior vigore ed i risultati non tardarono ad arrivare ma non ero soddisfatto, dovevo ancora capire, imparare, trovare un maestro,……….dopo una difficile ricerca lo trovai in FEDERICO VON RIEGER , con lui la mia pittura cambiò definitivamente, diventò prevalentemente figurativa, dove il paesaggio era soltanto relegato alla funzione di sfondo. Oggi non mi importa più cosa sto dipingendo, ciò che pretendo dal mio quadro è che abbia un’anima . Deve coinvolgere lo spettatore, deve raccontare il mio pensiero, deve far rivivere la gioia, la melanconia, la rabbia, l’amore, i ricordi: ….il quadro deve essere come uno specchio dove chi vi è davanti, ci veda ciò che IO ho voluto fargli vedere e così anche quando dipingerò solamente un paesaggio come in questa panoramica Inverighese, non voglio che vedano solo un castello, un giardino, un cielo o le montagne, voglio che l’occhio si soffermi su ogni piccolo particolare, come se camminasse dentro il quadro, lo voglio portare lassù sulle montagne che amo, voglio che guardi quel cielo, gli alberi in fiore, la luce che IO dipinsi quel giorno. Voglio che ami quel luogo come l’ho amato IO. Donghi Giuseppe |